1855 - La grande rapina al treno (1978)

Nella nebbiosa Inghilterra del 1855, l'acume e l'ardimento si fondono nella mente geniale di Edward Pierce, un ladro dal carisma ineguagliabile interpretato dal Sir Sean Connery. Con audacia e ingegno, egli mira a realizzare un colpo senza precedenti: sottrarre un immenso tesoro in oro da un treno in corsa, tesoro destinato al sostegno delle truppe britanniche impegnate nella Guerra di Crimea. La posta in gioco? Nientemeno che venticinquemila sterline custodite gelosamente in due inviolabili casseforti Chubb, accessibili solo tramite quattro chiavi segregate nelle mani di figure altolocate del mondo bancario. La sfida sembra insormontabile, ma Pierce non è uomo da arrendersi all'apparente impossibilità. Con l'aiuto di complici non meno abili - l'enigmatico Agar, interpretato da Donald Sutherland, e la seducente Miriam, nella performance di Lesley-Anne Down - elabora un piano diabolico per entrare in possesso delle chiavi, tessendo una tela di inganni e ingegnose truffe. Il possesso delle chiavi è solo il primo passo. Segue la fase cruciale: penetrare nel compartimento bagagli del treno, forzare le casseforti blindate e impossessarsi dell'oro, il tutto nell'ombra, sfuggendo a ogni tentativo di cattura. Ma neanche il più sofisticato dei piani è esente da imprevisti, e la domanda sorge spontanea: riuscirà il piano di riserva di Pierce a garantire la riuscita del furto o l'ardito complesso di manovre si sgretolerà sotto il peso delle proprie ambizioni? "1855 - La grande rapina al treno" trascina lo spettatore in un viaggio emozionante attraverso le ombre della società vittoriana, dove piani coraggiosi prendono forma, le fedeltà sono messe alla prova e il confine tra legalità e criminalità sfuma nella corsa verso una ricchezza inimmaginabile.