Il cantante di jazz (1928)

Nel fervido crogiolo di New York, il giovane Jakie Rabinowitz si dibatte tra il rigore delle antiche tradizioni ebraiche e la seduzione di una rivoluzione musicale che fa battere il cuore di una città intera. Figlio del Cantore Rabinowitz, leader devoto della comunità ebraica, Jakie è destinato a perpetuare l'arte sacra del canto sinagogale, un'eredità che si tramanda da cinque generazioni. Ma il suo spirito è rapito dal ritmo sincopato del jazz e del ragtime, note proibite che lo attraggono irresistibilmente. Sorpreso a esibirsi in un club, Jakie incappa nell'ira del padre e nell'ostilità di Moisha Yudelson, figura di spicco della comunità. Malgrado il divieto paterno, il sogno di Jakie di diventare un cantante jazz non conosce tramonto. Spinto dall'ambizione e dal desiderio di libertà, abbandona il tetto familiare per abbracciare un futuro incerto. Dopo un'esilio volontario di un decennio, il giovane riemerge a Londra con il nome d'arte Jack Robin, ormai maturo e determinato a lasciare il segno nel mondo dello spettacolo. La talentuosa Mary Dale, diva delle scene londinesi, intuisce le sue qualità e diventa la sua musa e mentore. Il richiamo di Broadway lo riporta a New York, dove le luci scintillanti promettono successo e fama. Ma l'ombra del passato non tarda a presentare il conto. L'incontro con i genitori, da cui è stato allontanato, lo costringe a un confronto con le sue radici e le aspettative infrante. Il padre lo respinge, ma l'amore materno resiste, inalterato. E Moisha Yudelson, con astuzia, cerca di sfruttare la debolezza del padre malato e l'affetto della madre per costringerlo a cantare in sinagoga nel giorno dell'Espiazione. Con il debutto a Broadway alle porte, Jack si trova di fronte a un bivio che mette a dura prova la sua anima: sceglierà la carriera e il legame con Mary Dale o riuscirà a trovare una sintesi tra il suo talento artistico e i vincoli familiari e religiosi? Il cantante di jazz è una storia di passione e identità, dove ogni scelta è una nota di un inno personale che risuona ben oltre l'ultima battuta.