Elena (2011)

In una Mosca dove le ombre dei palazzi del potere si proiettano sui destini degli individui, Elena e Vladimir vivono il crepuscolo della loro vita. Lui è un uomo dal portafoglio gonfio e cuore blindato, lei, ex infermiera dal passato modesto, sembra l'acqua calma che scorre accanto alla sua rigidità. Il loro matrimonio tardo ha fatto sì che due famiglie, segnate da matrimoni finiti e divergenze sociali, si intrecciassero in una quiete apparente. Sergei, il figlio di Elena, è un ritratto di frustrazione e bisogno, vittima di una disoccupazione che lo rende un fantasma ai margini della società, sempre in cerca dell'aiuto economico della madre. Katya, figlia di Vladimir, danza invece leggera nella vita, tenendo il padre a distanza con la stessa noncuranza con cui affronta l'esistenza. Un attacco di cuore irrompe nella routine di Vladimir, costretto a confrontarsi con la propria mortalità e la relazione distante con Katya. Questo evento catalizza una decisione inaspettata: sarà lei l'unica erede delle sue ricchezze. Per Elena, il sogno di soccorrere il figlio e la sua famiglia si infrange contro il muro dell'inesorabile volontà del marito. Elena si ritrova a un bivio: accettare la docilità del suo ruolo o intraprendere un cammino che nessuno avrebbe mai sospettato potesse percorrere. Una trama di tensioni familiari e di lotte silenziose si snoda, mentre la tenace protagonista pondera un audace colpo di scena, alimentato da amore e disperazione. Nella lotta per la sopravvivenza e la dignità, quanta audacia può sprigionare una donna quando l'unico scopo è la felicità dei propri cari? "Elena" è una storia che interroga lo spettatore: fino a che punto siamo disposti a spingerci per forgiare il futuro della nostra famiglia?