Papà, ho trovato un amico (1991)

In un tranquillo paesino dove la vita scorre lenta accanto ai rituali dell’ultimo saluto, la piccola Vada Sultenfuss si fa strada attraverso l'infanzia con una preoccupazione che le pesa sulle spalle: la morte. Figlia di un impresario di pompe funebri e con la madre perduta ancora in culla, Vada sviluppa una sensibilità acuta, velata di ipocondria e di una curiosità morbosa verso l'inevitabile fine. La sua esistenza si tinge di grigio, tra le mura opache della casa-funeraria di famiglia e la nonna che vacilla nel labirinto dell'Alzheimer. Ma l'estate del '72 è destinata a fiorire con colori inaspettati per Vada, quando il destino intreccia il suo cammino a quello di Thomas J. Sennett, un ragazzino della sua età, dolce e impacciato, con un catalogo di allergie lungo quanto la lista delle sue esclusioni sociali. Thomas diventa l'amico del cuore, il complice in avventure innocenti e l'eco delle risate che avevano smesso di rimbombare nelle stanze della sua casa. Con il coraggio di chi ha poco da perdere e tutto da scoprire, Vada si lancia in un'estate di crescita e di esplorazione: si iscrive a un corso di poesia, si lascia trasportare dal turbamento del primo cotta e, cosa più inattesa di tutte, trova in Shelly DeVoto, la nuova truccatrice del mortuario paterno, non solo un tocco di rossetto e ombretto sui volti senza vita, ma una figura che potrebbe colmare il vuoto lasciato dalla madre. In "Papà, ho trovato un amico", seguiamo i passi di Vada sul sottile confine tra l'ombra del lutto e la luce della scoperta, in una storia che intreccia l'innocenza e gli interrogativi del crescere. È un viaggio che punteggia di sorrisi e lacrime l'estate di due anime giovani, in un mondo che imparano ad affrontare mano nella mano.