Barbarossa (1965)

Nell'alba del XIX secolo, il giovane e ambizioso dottor Noboru Yasumoto viene inaspettatamente strappato al suo tirocinio a Nagasaki per unirsi alla squadra della modesta clinica medica di Koishikawa. Presieduta dal rigido e imponente dottor Kyojô Niide, soprannominato "Barbarossa" per il colore della sua folta barba, la struttura offre cure ai meno fortunati, estendendo la sua benefica presenza ai poveri e agli emarginati della regione. Yasumoto, che aveva coltivato aspettative di prestigio grazie al suo status sociale, si ritrova sbalordito di fronte all'ordine di iniziare immediatamente il lavoro nella clinica, vivendo in loco insieme agli altri membri dello staff. Percepisce questa destinazione come un crudele scherzo del destino e, convinto di una congiura ai suoi danni, sospetta di essere vittima di un intrigo ordito dallo stesso Barbarossa per impadronirsi delle sue preziose conoscenze professionali, o di un astuto disegno per allontanarlo da una donna che aveva frequentato. La sua insoddisfazione è evidente e non fa nulla per nasconderla. Con il passare dei giorni, Yasumoto inizia a calarsi nella realtà della clinica, assistendo ai metodi terapeutici non convenzionali di Barbarossa, ascoltando le storie commoventi dei pazienti e facendo fronte alla sua prima sfida: prendersi cura di Otoyo, una dodicenne orfana, cresciuta in un ambiente crudo e spietato di un bordello. Attraverso questi incontri, il giovane dottore potrebbe scoprire che la sua visione della medicina, e della vita stessa, sono destinate a un'imprevista evoluzione.